Natale. Celebrare la Luce.
Questo è il motto di ogni uomo e di ogni donna che desideri vivere spiritualmente la propria esistenza terrena.
In tutte le epoche, gli uomini hanno celebrato la Luce, seppur in modo diverso, senza mai mancare all’importante appuntamento spirituale e cosmico.
Nell’epoca attuale i giorni che vanno dal 21 al 27 dicembre rappresentano ancora una fiamma accesa nel buio della materialità mondana e consumistica che questi giorni, purtroppo, richiamano.
I primi uomini hanno celebrato il Solstizio d’Inverno come risorgere del Sole apparentemente sconfitto dalla tenebra ma pronto a tornare a correre verso il punto più alto nel cielo.
I Romani hanno celebrato il Sole Invitto e il dio Mitra e in generale tutti i culti solari hanno sempre celebrato le loro festività nel periodo di quello che poi per i cristiani è divenuto il periodo di Natale.
I Massoni, eredi delle antiche tradizioni esoteriche, celebrano la festa del loro santo patrono: il San Giovanni d’Inverno; riponendo per un attimo i loro attrezzi da lavoro, essi si fermano per celebrare il momento spirituale e poi tornare all’alacre e incessante cantiere interiore.
Oggi, nella attualità occidentale, il Natale rappresenta la pietra dello scandalo.
Sempre più spesso infatti, con la falsa motivazione di «culture che non riconoscono il Natale» esso viene minimizzato, marginalizzato, profanato.
Ovviamente, considerando l’Italia parliamo di celebrazioni cristiane, ma siamo certi che sarebbero proibite o osteggiate a prescindere le manifestazioni spirituali e tradizionali di qualunque religione dominante, compresa quella pagana, se sopravvivesse in forma organizzata.
Il significato del Natale va ben al di là di una celebrazione, spesso più folkloristica che spirituale, di un dio o di un Figlio di Dio nato millenni addietro. Il Solstizio, il Sole Invitto, la Nascita di Cristo sono simboli che parlano all’uomo perduto nella selva oscura della modernità e della materia.
Sono simboli che raccontano all’uomo che piange che vi è salvezza, che il Sole torna a splendere, che non tutto è perduto, come il sole sprofondato nelle tenebre torna a correre verso l’estate nel giorno del Solstizio. Come il Cristo, luce fulgida dei cristiani, poiché egli è «la luce del mondo» e chi lo segue «non camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita».
Tutto ciò crea scandalo. Nel dogma moderno è la materia il vero e unico dio da celebrarsi, e il denaro è il suo profeta.
Oggi celebrare il Natale è un atto rivoluzionario ben più pericoloso di una protesta di piazza o di una bottiglia molotov, perchè racconta la speranza, racconta che c’è qualcos’altro oltre il conto corrente e il portafogli, racconta che quella Luce c’è e brilla ancora.
Il Natale…celebratelo! Celebrate chi volete: il Sole, Cristo, Mitra, ma celebratelo!
Richiamate a voi le vostre energie spirituali, augurate la Luce alle persone a cui volete bene, augurate ai cristiani che Cristo nasca nel loro cuore, non piegatevi a queste tenebre materialiste, gioite con tutte le vostre forze di quel Sole, simbolo della vostra scintilla spirituale.
Che tutti coloro che dal 21 al 27 dicembre celebrano qualcuno o qualcosa di eterno, di divino, di trascendente, di mistico si stringano nell’abbraccio degli uomini dello spirito e proseguano sui loro cammini paralleli lo stesso cammino! Cristiani, pagani, zoroastriani, massoni…tutti uniti nell’indissolubile seppur etereo perimetro dell’Oltre, del Divino, del Sacro, richiamando a sé l’antico diritto dell’Uomo, «il diritto del più essere»!
E dovunque siate, comunque la pensiate e chiunque celebriate…a tutti voi buon Natale!
Ursae Coeli , Dicembre 2018